Un modello circolare per economia e società

Scala del Vaticano dall'alto
Roma - Foto AB
22 Settembre 2021 Anna Bolzan Riflessioni

Il futuro dovrà essere circolare.

L’economia circolare sarà il nuovo modello di sviluppo, dato che le risorse non sono infinite e l’attuale modello lineare “produzione-consumo-smaltimento” non è più un’opzione praticabile.

Come l’ecosistema terrestre ha la capacità di rinnovarsi continuamente attraverso infiniti cicli naturali, anche nei sistemi di economia circolare un prodotto che giunge al fine vita non è un rifiuto, ma può diventare materiale per un nuovo prodotto.

Si genera così “un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e dei prodotti esistenti il più a lungo possibile”.

L’Unione Europea ha posto l’economia circolare al centro della propria agenda, elaborando ambiziose strategie politiche come il Patto Verde (Green Deal) del 2020 e il Nuovo Piano d’Azione Europeo per l’economia circolare del 2021. L’obiettivo è quello di generare sistemi sostenibili in grado di distinguere tra crescita economica e uso delle risorse, dematerializzando produzione e consumo.

Tuttavia, esiste il rischio di ridurre il concetto di economia circolare ad un mero progetto di modernizzazione ecologica, basato sui modelli di crescita economica capitalista, senza includere aspetti relativi alla sostenibilità sociale.

Ma la transizione ad un’economia circolare non è possibile senza una profonda trasformazione che comporti l’impegno e il coinvolgimento di tutti gli attori sociali, chiamati a far parte di una Società Circolare.

L’idea centrale è di raccontare i principi dell’economia con narrazioni alternative che parlino di sviluppo sostenibile, inclusione, giustizia sociale e vita solidale. Le risorse della terra sono gestite come patrimonio comune. La conoscenza non è monopolizzata ma condivisibile, l’azione politica sottende al dovere di trasparenza, e le persone sono invitate ad esprimersi in modo creativo nella co-progettazione di prodotti e servizi, sviluppando reti territoriali di collaborazione reciproca.

Si tratta di un concetto ancora giovane, dinamico e per molti aspetti più visionario che pratico, non esiste una formula magica predefinita per metterlo in pratica, né un protocollo già consolidato. Per trovare soluzioni economiche innovative e lungimiranti sarà necessario mettere in campo tutti i talenti della collettività e … sperimentare!